La spesa sociale, sana e popolare libera dai buoni del supermercato
Per aiutare chi è in difficoltà non è obbligatorio rifornirsi al circuito della grande distribuzione.
Per aiutare chi è in difficoltà non è obbligatorio rifornirsi al circuito della grande distribuzione.
Nei territori colpiti dal sisma del 2009 e 2016, allevatori e agricoltori hanno fondato il GPS-Gruppo di produttori solidali.
Durante i mesi dell’emergenza sanitaria si è imposto un nuovo modello di distribuzione del cibo. Creare un’economia di prossimità si può.
Per effetto delle misure di contenimento, i Gas e i distretti si sono dovuti ripensare. Consegne a domicilio, presenza sul web, ordini concentrati.
Rafforzare e mettere in collegamento le realtà che lavorano secondo i principi di cooperazione, reciprocità, democrazia, sostenibilità ambientale e giustizia sociale: è l’obiettivo della RIES, nata a Roma il 19 gennaio 2020 dall’unione di Gas, Reti di economia solidale fino alla Fondazione Finanza Etica.
Le Regioni possono valorizzare e promuovere circuiti di “altra economia”. In Lombardia è in corso una raccolta firme a sostegno di una proposta di iniziativa popolare. Le esperienze di Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Trentino.
Il modello mutualistico delle CSA (Community Supported Agricolture) si diffonde in tutta Italia. La cooperativa Arvaia di Bologna, dopo appena sei anni, ha fatto scuola, dal Veneto alla Toscana. Al centro c’è la partecipazione dei soci.
Botteghe, reti che si occupano del recupero di eccedenze e gruppi di acquisto danno vita a pratiche virtuose che permettono di salvare ogni anno tonnellate di cibo dal cassonetto della spazzatura. Promuovendo la socialità.
Secondo la ricerca dell’Osservatorio per la Coesione e l’Inclusione sociale, nonostante la grande recessione, i cittadini italiani, nelle loro scelte quotidiane, sono diventati più attenti alla sostenibilità.
Una rete di gruppi di acquisto solidali distribuiti tra Milano, Varese, Pavia e in Brianza sostiene allevatori e agricoltori che resistono nelle aree colpite nell’estate 2016. Lo fa tramite acquisti collettivi e continuativi nel tempo e l’avvio di un nuovo canale di distribuzione. Il primo è riuscito e il progetto sta crescendo.